“Chi bello vuol apparire, un po’ deve soffrire”. Tacchi alti & problematiche dell’avampiede!

Ebbene sì…

Le scarpe con il tacco sono sicuramente l’ oggetto femminile più iconico e che suscita maggiormente eleganza e sensualità.

Proprio per questo vengono indossate frequentemente, talvolta anche a discapito della comodità e…. della salute dei nostri piedi!

Il peso del nostro corpo è, nella normalità, diviso equamente tra i 2  piedi e, mediante un complesso sistema ad archi  composto da muscoli, tendini e legamenti , viene distribuito  su 3 principali aree della pianta:

  • Calcagno,
  • Prima testa metatarsale
  • Quinta testa metatarsale.

Le scarpe con i tacchi, sollevando il tallone, spostano il carico in avanti , verso le punte dei piedi, determinando a lungo andare, una patologia algica in quella zona.

Oggi parleremo proprio  delle 3 problematiche più comuni dell’ avampiede:

1 Metatarsalgia

Per definizione il termine indica un dolore in corrispondenza delle teste metatarsali.

Spesso nelle fasi iniziali, si evidenzierà soltanto un’ipercheratosi (callosità) proprio in corrispondenza delle teste metatarsali.

Questa è un primo segnale di un carico eccessivo in quella zona.

Dopo dì che si potrà accusare un fastidio, inizialmente limitato a determinate situazioni (camminate lunghe, con alcune calzature…) ma che man mano può aumentare fino ad arrivare ad una situazione di bruciore fisso e localizzato accompagnato da gonfiore e rossore.

Talvolta  il dolore può essere descritto dal paziente come una sensazione simile ad una frattura della testa metatarsale, che non ci permette di camminare e di stare in piedi.

In questo caso il medico potrà suggerire indagini radiologiche per escludere una possibile microfrattura dell’osso.

2 Alluce valgo

L’alluce valgo è una deviazione laterale del primo osso metatarsale che crea una prominenza ossea in corrispondenza della prima testa metatarsale (volgarmente chiamata “cipolla”).

Questa alterazione, per il continuo conflitto con la calzatura, può associarsi spesso ad un infiammazione della borsa sierosa  situata alla base dell’alluce.

È una patologia del piede che colpisce soprattutto le donne tra i 40 e i 60 anni e per il 75% dei casi è bilaterale.

3 Neuroma di Morton

Il neuroma di Morton è una fibrosi a carico del tessuto che circonda uno dei nervi sensitivi interdigitali del piede.

Il neuroma può colpire qualsiasi nervo interdigitale ma, nella maggior parte dei casi,  interessa quello posto fra il terzo e il quarto metatarso.

I principali sintomi che si evidenziano sono:

  • Dolore: viene riferito in corrispondenza del nervo irritato, proprio tra le dita dei piedi. Spesso la sensazione dolente diventa insopportabile tanto da spingere il soggetto a togliere la scarpa per ridurre  la compressione.
  • Bruciore: può manifestarsi in un area focalizzata oppure estendersi in un area ampia del piede. Trattandosi di un problema neuropatico i sintomi di tipo sensitivo non beneficiano dei rimedi classici per le infiammazioni muscolo-articolari.
  • Formicolio: anche questo è un sintomo di tipo neurologico, che può estendersi per un area diffusa.
  • Intorpidimento e parestesia: altro sintomo di tipo neurologico,  sensazione di una scossa a livello piede, che viene esacerbata con il movimento ed il carico.

Io non uso tacchi alti o scarpe strette…Come mai soffro comunque per questi dolori?

Spesso l’utilizzo di calzature inadeguate non è l’unica causa dell’alluce valgo

Queste possono essere varie:

  • – componente ereditaria
  • piede piatto
  • problematiche ad altri distretti: disturbi ad articolazioni superiori (anca,ginocchio…) , soprattutto dal lato opposto, possono andare a modificare la simmetria del carico sui piedi.
  • sovrappeso
  • ipermobilità articolazione mediotarsica.

Cosa devo fare quindi per stare meglio?

  • Indossare calzature adeguate: cercare di utilizzare calzature con un tacco compreso tra i 1 e i 3 centimetri e con una pianta larga. Le dita devono essere comode, libere di muoversi ed inoltre, non toccare la punta della scarpa.

Ma attenzione! Per chi è abituato a indossare tutti i giorni scarpe con tacco alto il passaggio a scarpe più basse deve essere graduale..

  • Mettere ghiaccio: usare una borsa del ghiaccio ponendola sulla zona dolente almeno 3 volte al giorno  per periodi non superiori ai 10-15 minuti.
  • Bagni caldo/freddo: fare un pediluvio alternando l’immersione in acque calde e fredde può migliorare la circolazione locale e ridurre il gonfiore al piede.

Cosa può fare la fisioterapia per me?

Innanzitutto si consiglia di effettuare una valutazione globale da parte del fisioterapista e del podologo per un’ analisi funzionale del ciclo del passo.

Questa sinergia ( fisioterapista/ podologo) è fondamentale e serve per riuscire a creare un percorso riabilitativo personalizzato volto sia alla cura dei sintomi, ma soprattutto ad individuare la causa che ha portato allo sviluppo della patologia.

Gli strumenti a disposizione sono molti e di ultima generazione per intraprendere terapie che avranno come obiettivo la gestione del dolore e dell’infiammazione a livello locale.

Ad esempio il laser ad alta potenza , che grazie alle sue capacità di penetrazione riesce a ridurre edema e flogosi sulle strutture trattate.

In alcuni casi possono essere indicati anche trattamenti mediante Onde d’urto focali per stimolare maggiormente i processi di guarigione del piede.

Durante il ciclo riabilitativo  sarà fondamentale associare , oltre alle  terapie  strumentali, trattamenti  finalizzati a:

  • migliorare la mobilità globale del piede mediante mobilizzazioni passive della caviglia e delle numerose articolazioni  del piede,
  • stimolare l’allungamento delle strutture contratte tramite esercizi di stretching,
  • ridare gradualmente le capacità di carico ai tessuti dolenti mediante esercizi di rinforzo muscolare.

Un trattamento completo ci darà un risultato più stabile e duraturo nel tempo, riducendo il rischio di recidive.

Con la valutazione funzionale podologica, inoltre, si potrà analizzare nel dettaglio il ciclo del passo e predisporre una  terapia adeguata  per prevenire recidive, anche con la realizzazione di ortesi plantare su misura

Conclusioni

Come abbiamo visto esistono tante possibili cause che ci possono portare a soffrire di queste problematiche a carico dell’avampiede.

Certo…alcuni  fattori di rischio non possono essere modificati (vedi l’ereditarietà), ma per quanto riguarda l’utilizzo di calzature strette o con il tacco… SI!

Detto questo, adesso non dobbiamo buttare tutti i décolleté che abbiamo nella scarpiera…

Il segreto sta, non tanto nel rinunciare al tacco seducente, quanto, nell’accortezza di dare ai piedi delle significative pause di riposo. 

Perciò, magari  possiamo sollevarci di 10 centimetri  nelle serate più importanti!

Altro consiglio importantissimo è quello di non temporeggiare, prima si agisce migliori saranno i risultati.

Scegli sempre professionisti specializzati che collaborano in équipe. Questo è un punto di partenza basilare per un percorso terapeutico efficace.

Se hai bisogno di maggiori informazioni o vuoi prenotare una CONSULENZA GRATUITA non esitare a metterti in contatto con noi!

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