Dolore al tendine d’Achille: come sbarazzarsene

Suona la sveglia…
Posi il piede a terra, e nei primi passi… un dolore trafittivo al TENDINE D’ ACHILLE ti dà il “Buongiorno”?
oppure…
Ricominci finalmente a fare un po’ di corsetta dopo la fine della quarantena, e questo fastidio ti ferma nuovamente?
Pur essendo questo tendine il più forte e robusto del nostro corpo, è comunemente soggetto a stress eccessivi, poiché è il principale responsabile dei movimenti di propulsione e spinta durante cammino, corsa e balzi.
Pensiamo soltanto alla forza sviluppata in queste azioni dai muscoli del polpaccio (i gastrocnemi ed il soleo) e quanta tensione debba sopportare il tendine d’Achille per poter sollevare tutto il nostro corpo (compresi quei chili in eccesso che la quarantena ci ha lasciato!).

Per definire questa situazione dolorosa utilizzeremo il termine generale di Tendinopatia, che, come suggerisce la parola stessa (“tendo”, tendine – “patia”,dolore), serve per descrivere una sofferenza di questa struttura.
Quando sentiamo su questo tendine un dolore ben localizzato, che aumenta con il suo allungamento, la prima cosa che generalmente facciamo è quella di fermarci e pensare: “Se continuo a camminare e sforzarlo c’è il rischio che si rompa?
Ti voglio subito dare una buona notizia….
Solo un limitatissimo numero di persone (circa il 4%) che hanno sofferto di tendinopatia nella loro vita va incontro ad una lesione del tendine d’Achille.
Ma anche se la tua problematica magari non avrà esiti così catastrofici, è sempre molto fastidiosa, con un’alta probabilità di recidive future.
Quindi ti consiglio di leggere attentamente questo articolo!

Sintomi

I sintomi sono abbastanza localizzati sul tendine d’Achille con:

  • Fastidio che di solito tende a ridursi col cammino soprattutto nella fase iniziale (in seguito potrebbe essere anche costante);
  • Dolore alla digitopressione/pinzettamento (talvolta si può avere una sensazione di “morsa” ai lati del tendine);
  • Gonfiore ed inspessimento.

Questi si evidenziano soprattutto nelle attività di:

  • Camminare
  • Saltare
  • Scendere le scale
  • Alzarsi sulle punte
  • Spingere i pedali nella guida
  • Sport con richieste di corsa e salto (basket, calcio…)

I sintomi e le attività più dolorose sono segni abbastanza predittivi del disturbo tendineo, ma un’Ecografia o una Risonanza magnetica possono confermare la nostra diagnosi e chiarire il quadro clinico.

Cause

Da cosa può essere dovuto il mio dolore?

  • Brusco aumento di carico sul tendine. Questo può accadere quando si riinizia la pratica sportiva dopo un periodo di inattività o senza sufficiente allenamento, oppure viene modificata la tipologia di sforzo fisico.

È importante sottolineare che le tendinopatie non si sviluppano soltanto negli atleti, anzi, in percentuale sono più comuni nelle persone che non eseguono attività sportiva (circa il 65%).
Quindi quando parliamo di aumento di carico sul tendine non dobbiamo immaginarci maratone o sforzi titanici….
A volte in condizioni stressanti, basta soltanto una semplice stimolazione: una camminata domenicale in discesa per poter iniziare ad accusare i primi sintomi (la classica goccia che fa traboccare il vaso!).

  • Deficit di forza e propriocezione. Come abbiamo appena visto, un deficit del controllo del movimento ed una scarsa stabilità, possono portarci più facilmente ad avere un sovraccarico funzionale.
  • Eccessiva tensione della catena posteriore della gamba. Una rigidità della muscolatura posteriore dell’arto inferiore (ischiocrurali, soleo e gastrocnemi) può portare ad un aumento di tensione nel punto di inserzione tendinea sul calcagno.

Proprio in questa zona, il tendine d’Achille presenta intimi collegamenti con la fascia plantare (come se a livello del tallone ci fosse una carrucola). Pertanto queste due strutture possono influenzarsi a vicenda.

  • Riduzione mobilità della caviglia. Precedenti distorsioni che possono aver provocato una rigidità della caviglia, possono aumentare la probabilità di tendinopatia in quell’arto.

In questo caso il complesso muscolo-tendineo si trova in una situazione svantaggiosa poiché lavora in un range di movimento limitato.

  • Superfici di allenamento inadatte (troppo rigide, poco ammortizzate…).
  • Calzatura. Scarpe completamente “piatte” aumentano il carico sul tendine d’Achille.
  • Episodi precedenti di tendinopatia achillea. Le ricadute, soprattutto in questo distretto sono molto frequenti.

Cerca di risolvere la situazione una volta per tutte!

Cosa devo fare?

  • Applicare ghiaccio (in fase acuta)
  • Utilizzare dei rialzi sotto il tallone nelle prime fasi più sintomatiche
  • Pianificare gli allenamenti senza incrementare il carico di lavoro troppo rapidamente
  • Riscaldarsi bene prima di iniziare un’attività sportiva
  • Evitare l’uso di corticosteroidi per via infiltrativa
  • Evitare posizioni sedute prolungate mantenendo il piede immobile

Non entrare nell’ordine d’idea del “più tengo la zona a riposo e migliore sarà il mio recupero futuro”.
Questa visione può andare bene nei primissimi giorni per gestire il dolore, ma successivamente non ci permetterà di progredire verso un recupero ottimale e completo.

Scommetto che gli sportivi stanno aspettando un’informazione precisa… “Posso continuare a correre/praticare lo sport?
Allora…. Partiamo dicendo che bisogna fare in modo di evitare le attività che incrementano il dolore mentre dobbiamo enfatizzare quelle che lasciano inalterata la sintomatologia (ed ovviamente quelle che la riducono!).
In linea generale possiamo affermare che in molte situazioni non è corretto sospendere lo sport, soprattutto se ci confrontiamo con atleti, ma bisogna imparare a dosarlo di modo che non produca un peggioramento dei sintomi.
Come si può ben capire, questo è un processo che deve passare attraverso una valutazione individuale, in cui possiamo aiutarti a trovare delle strategie, insegnarti a riconoscere e valutare il dolore e quindi scegliere il carico corretto da utilizzare.

Trattamento fisioterapico

La tipologia di trattamento, anche se potrà differenziarsi a seconda dell’intensità del problema e delle caratteristiche del paziente, si svilupperà generalmente in questo
modo:

Nella fase acuta verranno utilizzate:

  • Terapia manuale per recuperare la mobilità articolare della caviglia.
  • Terapie fisiche (tecar e laser ad alta potenza, ) che possono aiutare a gestire dolore ed infiammazione iniziale.
  • Esercizio attivo isometrico per cominciare un rinforzo muscolare specifico dell’arto inferiore.

Successivamente, nel medio termine, il dolore tenderà a regredire nelle attività quotidiane e nel programma terapeutico aggiungeremo:

  • Allungamento e rilascio muscolare della catena posteriore;
  • Esercizio attivo eccentrico in cui il muscolo deve opporsi e frenare” il movimento. Questo tipo di contrazione è molto efficace per incrementare la forza di trazione del tendine.

In questa fase, se il dolore tenderà a non regredire possiamo avvalerci dell’utilizzo delle onde d’urto focali, utili nel stimolare il metabolismo tendineo e favorire la microcircolazione locale.

Man mano che aumenterà la capacità di carico del tendine passeremo ad esercizi dinamici sempre più impegnativi.
Agli atleti verranno richiesti compiti motori specifici differenti in base all’attività svolta, per garantire un ritorno allo sport in totale sicurezza.

Se ti servono informazioni più specifiche sull’argomento o se vuoi fissare una VALUTAZIONE GRATUITA per il TUO problema, non esitare a contattarci.

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