Dolori da smart working. I consigli del fisioterapista

“Smart work”: dall’inglese “Lavoro intelligente”, “lavoro agile”.
“agile”… in questo momento non è proprio l’aggettivo che utilizzerei per definirlo!

La quarantena ha fatto sì che l’utilizzo di dispositivi tecnologici aumentasse esponenzialmente: sia per chi già prima aveva un lavoro sedentario, ma soprattutto per chi ha dovuto modificare la tipologia del proprio lavoro ed interfacciarsi con un pc per molte ore al giorno (insegnanti, studenti ed anche…. fisioterapisti!).
Come ben sapete, l’immobilità porta a sviluppare rigidità e tensioni muscolari, maggiormente a livello della colonna vertebrale.
Noi siamo i primi ad accorgerci di questa situazione e quando sentiamo le prime avvisaglie, spesso diamo la colpa proprio alla “cattiva postura”.
Sul tema della” postura” ci tengo a fare qualche considerazione….
Intanto voglio partire dicendo che: “Non esiste una postura perfetta”, una posizione ideale e uguale per tutti.
Per la maggior parte delle persone, questo termine è sinonimo di atteggiamento fiero, perfettamente dritto e simmetrico, ma in realtà, è soltanto la definizione dello schema personale che ognuno di noi utilizza per disporsi nello spazio, effettuare un’azione ed opporsi alla forza di gravità.
L’ educazione posturale ed ergonomica che veniva fatta negli anni passati si concentrava unicamente sulla posizione ideale da tenere, durante la giornata lavorativa, quando siamo seduti.
Sicuramente avrete già visto l’immagine a fianco o da piccoli sarete stati rimproverati dai genitori o dagli insegnanti perché non sedevate “composti”.

Questa visione, a mio parere, non è scorretta, ma si basa su un modello ideale che difficilmente si riesce ad applicare uniformemente su ognuno di noi.
Imporsi di mantenere un atteggiamento diverso da quello a cui siamo abituati, quasi “innaturale“, richiede uno sforzo importante sia a livello della nostra muscolatura, che del nostro sistema nervoso che deve organizzare e monitorare costantemente questa nuova posizione.
Perciò risulterà pressoché impossibile riuscire a conciliare questa postura eretta con uno stimolo attentivo prolungato (come studiare, scrivere un documento, inviare mail…).
Scommetto che tutti voi che state leggendo questo articolo, avrete iniziato più volte la giornata lavorativa con i migliori propositi: bacino a contatto con lo schienale, testa ben sollevata, busto aperto…. per poi ritrovarvi dopo 5 minuti con il pensiero immerso nella vostra attività ed in posizioni “contorsionistiche”.
È normale!
Il nostro corpo cerca di mettersi in una posizione di comodità, che non necessiti di particolare coscienza, per utilizzare tutta la concentrazione verso lo schermo.

Quindi, chi ha un lavoro sedentario, è destinato a diventare curvo?

No!
Innanzi tutto dobbiamo essere coscienti di tutto il tempo che restiamo seduti (fidatevi, ci stavamo tantissimo anche prima dell’inizio di questa quarantena!) e cercare di imporci di ridurlo il più possibile.
Inoltre dobbiamo fare esercizio attivo per migliorare la nostra mobilità articolare e rinforzare la nostra muscolatura per permetterci di sopportare anche le ore di immobilità senza dolore.

Ma il mio lavoro si svolge davanti ad un PC…. come posso ridurre il tempo in cui sto seduto?

Oggi voglio darti dei consigli utili e strategie efficaci per migliorare la tua salute:

Passare meno ore seduti: Vedrai che la zona lombare e cervicale ringrazieranno!

Se volete informazioni più specifiche relative a questi distretti vi rimando ai nostri articoli ‘Dolore cervicale: vieni a “capo del problema’ e Mal di schiena? Non farti cogliere impreparato!.

  • Camminare di più: Possiamo monitorare la nostra attività tramite un contapassi o applicazioni GPS del telefonino per darci degli obiettivi crescenti (usiamo la tecnologia in modo positivo!).
  • Stare in piedi quando si può: Se dobbiamo effettuare chiamate o meeting di lavoro telefonici, perché non farli in piedi?
  • Cambiare le posizioni di lavoro: Soprattutto se siamo in casa possiamo sederci a terra, su una palla Fitball oppure strutturare postazioni elevate per poter lavorare in piedi (standing desk).
  • Concedersi dei “break attivi”: Possiamo metterci una sveglia per ricordarci di fare una passeggiata o eseguire:

Esercizi di allungamento

E di rinforzo

  • Respirazione: Tecniche di rilassamento e respirazione ci aiutano ad allenare il diaframma e ridurre lo stress, uno dei fattori maggiormente responsabili dell’insorgenza di tensioni e dolori articolari.
  • Ergonomia: Anche se, come abbiamo visto, non sono gli unici aspetti su cui concentrarci, sarà utile:
  • Posizionare lo schermo frontalmente ed all’ altezza dello sguardo in modo che la testa resti in posizione neutra e allineata rispetto alla colonna.
  • Utilizzare il mouse ad un’altezza adeguata in modo che non ci faccia sollevare le spalle per utilizzarlo.
  • Cambiare l’impugnatura ed il modo in cui scorriamo lo schermo del cellulare per ridurre le sollecitazioni a livello del pollice.
  • Luce: Cerchiamo di scegliere stanze ben luminose e se disponiamo di terrazzo, possiamo sfruttarlo)
  • Profumi: Utilizzare aromi piacevoli può aiutare a rendere più piacevole la nostra stazione di lavoro.

Soprattutto per chi svolge un lavoro d’ ufficio in smart working, tante volte, a casa, è difficile mettere limiti al proprio lavoro e ci si ritrova a lavorare ininterrottamente tutta la giornata.
In questo caso è importante porre dei confini temporali, dissociare il tempo lavorativo da quello personale e cercare di fare ogni giorno qualcosa per noi stessi e la nostra salute (pensa solo che fare 3 ore di attività fisica alla settimana non corrisponde nemmeno al 2% del tempo totale a nostra disposizione!

Conclusioni

“L’uomo è fatto per muoversi”
La storia dell’essere umano sulla terra inizia circa 250.000 anni fa e solo negli ultimi 100 sono stati introdotte invenzioni come l’automobile, il computer ed il cellulare che hanno cambiato radicalmente il nostro stile di vita.
E quindi….
Questa vita sedentaria è in linea con la nostra natura umana?
Il nostro compito da terapisti sarà non tanto quello di insegnarvi a stare seduti (tutti noi lo facciamo 10 ore al giorno, siamo degli atleti professionisti in questo sport!) ma ad educarvi al movimento o a ri-educarvi a questo, se una situazione di dolore limita la vostra quotidianità.
Se vuoi approfondire l’argomento o fissare una VALUTAZIONE GRATUITA per il TUO problema, non esitare a contattarci.
A presto!

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