Ti è stata appena diagnosticata una rottura del legamento crociato anteriore? So come ci si sente, è successo anche a me, oltre che ad altri 2 milioni di persone ogni anno (Samulesson et al 2012).
Se dedicherai 3 minuti alla lettura di questo breve articolo, affronteremo i principali dubbi e curiosità su questo argomento.
Prima di iniziare dobbiamo fare una piccola introduzione…
Il legamento crociato anteriore (LCA) è uno dei quattro più importanti legamenti che costituiscono l’articolazione del ginocchio. La sua funzione è quella di stabilizzare l’articolazione del ginocchio e, nello specifico, quella di impedire lo spostamento in avanti della tibia rispetto al femore e limitarne l’eccessiva intra ed extra rotazione.
Adesso possiamo partire…
1)Quali sono le principali cause di lesione del legamento crociato anteriore?
-Valgismo+ rotazione esterna
-Varismo+rotazione interna
-Iperestensione
-Iperflessione
Il LCA è il legamento che maggiormente va incontro ad una lesione completa. Ciò avviene più frequentemente nei soggetti di sesso femminile, e un danno a questo legamento si verifica soprattutto in sport che richiedono cambi di direzione ad alta velocità, frequenti balzi ed atterraggi anche a stretto contatto con altri giocatori (calcio, basket, football americano).
2) Quali sono i sintomi più comuni?
I sintomi possono variare in modo significativo da paziente a paziente; comunque il quadro tipico è caratterizzato da :
-dolore intenso
-gonfiore locale
-sensazione di cedimento/instabilità
-limitazione funzionale
-sensazione che qualcosa si sia rotto o si sia spostato all’interno del ginocchio
Solitamente, nel giro di 2 settimane circa, dolore e gonfiore si risolvono dopo riposo, utilizzo di ghiaccio e di stampelle per scaricare l’arto, mentre permane la sensazione di instabilità che non permette al paziente di ritornare alla pratica sportiva.
3) Come avviene la diagnosi?
La diagnosi si basa sull’esame clinico che si avvale di opportuni test ortopedici per valutare la stabilità passiva del ginocchio. Il più delle volte si richiede una risonanza magnetica (RMN) per valutare anche eventuali lesioni associate a carico dei menischi, dei legamenti collaterali e della cartilagine.
4) In cosa consiste l’operazione? È sempre necessaria?
L’intervento di ricostruzione legamentosa, effettuato in artroscopia, consiste nel prelevare, senza comprometterne la funzione, una porzione di tendine rotuleo oppure due tendini dei muscoli semitendinoso e gracile, che verranno poi posizionati tramite 2 viti a livello delle inserzioni tibiali e femorali.
Per una persona giovane è quasi sempre consigliabile l’operazione, mentre per i meno giovani si può discuterne l’opportunità in base alle esigenze e attività della persona interessata.
Quando la lesione del legamento crociato anteriore non comporta una instabilità soggettiva o oggettiva o se le necessità funzionali del paziente sono ridotte da età o da uno stile di vita sedentario, si può evitare l’intervento e optare per un trattamento conservativo.
5) Quando si possono riprendere le attività di vita quotidiana?
Un lavoro sedentario può essere ripreso dopo 7-10 giorni
Un’attività lavorativa pesante necessita dai 2 ai 3 mesi.
Si potrà riprendere la guida dopo 30-45 giorni dall’intervento.
6) Quando si può tornare a fare sport dopo l’intervento?
In assenza di particolari problematiche, il paziente potrà riprendere a correre tra l’80° e il 100° giorno, mentre la ripresa dello sport ad alto impatto avverrà verso il 6° mese.
Prima del ritorno all’attività agonistica saranno somministrati test specifici isocinetici per valutare la forza dell’arto operato. Per tornare in campo la differenza di forza con la gamba “sana” dovrà essere inferiore al 10%.
7) È necessario fare fisioterapia anche nella fase pre-operatoria?
Certamente! La letteratura scientifica evidenzia sempre di più quanto una terapia specifica che potenzi la muscolatura, riducendo al minimo la differenza di forza tra gli arti inferiori prima dell’intervento, ne migliori sensibilmente il risultato post operatorio sia nel breve che nel lungo termine.
Sempre in questa fase al paziente verranno insegnati alcuni esercizi da eseguire sin dal giorno successivo all’intervento e, lo stesso, sarà sottoposto ad un training deambulatorio, dove imparerà come camminare con due bastoni canadesi e come effettuare i principali passaggi posturali.
8) In cosa consiste la riabilitazione dopo l’intervento?
Dopo un tempo medio di degenza in ospedale di 1-2 giorni il paziente potrà immediatamente iniziare il ciclo di terapia.
L’obiettivo principale della prima fase sarà quello di ridurre l’infiammazione, recuperare il completo arco di movimento e attivare la muscolatura della coscia (in particolar modo del quadricipite).
Dopo aver tolto i punti (dopo 14 giorni circa) può essere molto utile integrare il piano terapeutico anche con delle attività in piscina per sfruttare la spinta idrostatica dell’acqua, che porterà ad una riduzione del carico e della paura di eventuali perdite di equilibrio del paziente.
Si potrà utilizzare anche la cyclette, con l’altezza della sella regolata in modo da consentire al ginocchio di effettuare la massima flessione tollerata.
Successivamente introdurremmo esercizi a catena chiusa (con l’appoggio del piede a terra). Questi causano una ridotta traslazione anteriore della tibia, migliorano il controllo neuromuscolare e aumentano la stabilizzazione dinamica attraverso la contrazione simultanea dei muscoli posteriori della coscia e del quadricipite.
È importante non avere uno squilibrio fra la forza dei muscoli anteriori e quelli posteriori per non andare incontro a tendiniti o instabilità funzionale.
Si andranno ad eseguire esercizi a carico crescente, che tenderanno sempre più ad imitare movimenti specifici e gesti atletici, utilizzando anche superfici instabili ed elementi destabilizzanti per migliorare la funzione propriocettiva, che ci permette di adattarci ed agire prontamente agli stimoli esterni che incontriamo.
Se volete avere più informazioni sull’argomento e una consulenza gratuita non esitate a chiamarci!
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a cura di Michele Diamanti
- Fisioterapista
- Laureato in Scienze Motorie