Mal di schiena: cose che non ti hanno detto ma che dovresti sapere
Tempo di lettura: 4 minuti

Mal di schiena: cose che non ti hanno detto ma che dovresti sapere
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Il mal di schiena è sicuramente il dolore muscolo scheletrico più diffuso nella nostra società.
Praticamente tutti noi abbiamo sperimentato almeno una volta nella vita questa situazione poco piacevole.
Quando ci troviamo di fronte a questo problema ci chiediamo subito:
‘E adesso che faccio? ‘
Generalmente la cosa più comune è quella di provare a vedere se qualche pasticca può aiutarci a ridurre subito il dolore. Altrimenti possiamo chiedere consiglio a famigliari o amici (quasi sicuramente ognuno di loro l’ ha avuto una volta!) o guardare dei rimedi rapidi nel mondo del web.

A questo punto, se ne possono vedere e sentire di ogni tipo: chi è migliorato con l’uso di plantari, bite, agopuntura, manipolazioni, ozonoterapia, intervento chirurgico o magari con i rimedi della nonna….

E quindi, ancora di più, ritorniamo alla domanda:

‘E adesso che faccio?’
Lo scopo di questo articolo non è quello di screditare nessuna strategia terapeutica, ma cercare di farti prendere coscienza del problema ed orientarti in questa problematica.
Anzi inizio proprio col dirti: “ Tutte queste modalità potrebbero essere efficaci, proprio perché tutti i mal di schiena non sono uguali fra loro”.

Classificazione

 

Pensiamo a quante varianti di dolore lombare possono esistere sia in termini di tempo:

mattutino, che migliora nella giornata,
solo nel compiere determinate azioni (es. quando mi piego),
-nel restare tanto tempo in piedi o camminare,
-assenza di dolore tutto l’anno ma in alcuni periodi si manifesta improvvisamente provocando un blocco (“colpo della strega”).

Oppure in termini di sintomo e localizzazione:

dolore orizzontale “a fascia” a livello lombare
-solo da un lato
centrale e preciso sulle vertebre lombari
irradiazione al polpaccio o al piede

Come avete visto non esiste un’unica tipologia di mal di schiena e quindi è importante sempre inquadrare il problema, o meglio, inquadrare la persona che soffre di lombalgia.
La classificazione però, più importante da fare è tra:

1) Lombalgia specifica: ovvero dovuta a cause meccaniche esterne che la provocano (fratture, scivolamenti vertebrali, tumori, artrite reumatoide, ernie sintomatiche…).
Per darti un’idea sono solo il 5% del totale.
Spesso in questa categoria il dolore è molto limitante e ci sono manifestazioni cliniche ben evidenti.

In molte situazioni è un dolore violento che arriva per la prima volta o che comunque si differisce dalle recidive ricorrenti.

In questo caso sempre meglio passare da una valutazione medica.

2) Lombalgia aspecifica: Sono tutti gli altri casi, il restante 95%. Si chiama mal di schiena aspecifico non tanto perché non esiste la causa, ma perchè non c’ è una specifica patologia conclamata alla base.

Sono dolori che ci portiamo dietro da tempo, che conosciamo e che ci fanno “compagnia” ciclicamente.

Quindi mi vorresti dire che ernie, protusioni, spondilolistesi sono cause di lombalgia solo in 1 caso su 20?

 

SI, hai capito bene!
Spesso un esame diagnostico ci mostra una situazione della nostra schiena che è abbastanza equiparabile a quella della maggioranza dei pari-età.
Riflettiamo…
Sono tantissime le persone che hanno modificazioni discali (circa il 90% sopra ai 60 anni), alcune hanno dolore ed altre no….

Di conseguenza, se tali modificazioni fossero le responsabili dei sintomi, tutte le persone con alterazioni strutturali dovrebbero avere SEMPRE dolore ed al contrario, chi non ne presenta, non dovrebbe averne.

Quindi anche se queste vengono evidenziate nel referto della nostra risonanza magnetica non possono essere ritenute come unica causa primaria del dolore.

Perché abbiamo dolore allora?

 

Il dolore, come abbiamo visto in precedenza, non deve sempre essere per forza connesso ad un malposizionamento articolare o ad una causa meccanica specifica, ma si presenta quando il corpo non riesce a trovare un equilibrio interno tra le sue strutture.
Spesso infatti si creano delle tensioni eccessive in determinati distretti e deficit di forza in specifici muscoli.

Dobbiamo pensare ai nostri muscoli come dei tiranti che collegano le ossa fra loro.

Se alcuni sono eccessivamente rigidi si può generare tensione a livello osseo. Ciò a lungo andare, può contribuire a modificare la postura e l’allineamento scheletrico.

D’altra parte, se alcuni muscoli sono deboli non possono effettuare la funzione di contenimento e stabilizzazione fondamentale in tutti i nostri movimenti.

Perché succede questo?

 

Sul perché si sviluppi questa situazione ci sono molte cause quali:

Costituzione individuale
Tipo di azioni e attività ripetitive svolte
Caratteristiche psicologiche (spesso chi ha un carattere insicuro tenderà ad avere una posizione di chiusura rispetto ad una persona più estroversa)
Disturbi alimentari (un problema intestinale può avere un effetto negativo sulla salute della nostra schiena. Anche questo ci tenderà a portare sempre in una posizione di flessione e chiusura. Infatti quando abbiamo dolore allo stomaco cosa facciamo? Ci pieghiamo in avanti portando le mani sulla pancia! Un’irritazione del tratto intestinale fa sì che il corpo mantenga sempre questo atteggiamento di protezione e modifichi quindi il nostro atteggiamento posturale.

Cosa fare?

 

-Cerca di fare una vita attiva: Stimola attività aerobiche come camminare o andare in bicicletta.

Stai seduto il meno possibile: Come fare?

 

Nel nostro articolo “Dolori da smartworking: i consigli del fisioterapista” troverai tantissimi consigli utili!

Alimentazione: Cerca di non eccedere col peso, e di seguire una dieta varia
Migliora la qualità del sonno
Impara a gestire ansia e stress
Usa il caldo: Per la maggioranza dei casi è consigliato, perché ha un effetto decontratturante e di rilasciamento muscolare. Docce calde, termofori o cerotti locali riscaldanti possono aiutarti alleviare un po’ il dolore.

Cosa non fare?

 

-Evita riposo assoluto (in tutti caso non è mai produttivo),
-Cerca di non abusare nelll’utilizzo di antinfiammatori (nella maggior parte delle volte hanno un effetto limitato),
Non farti spaventare dai referti degli esami diagnostici (come abbiamo visto prima, solo rare volte ci mostrano la causa reale del nostro dolore),
-Utilizza la fascia lombare solo quando il dolore è importante (questa andrà poi eliminata poiché non permette ai muscoli del tronco di attivarsi e di svolgere la loro funzione di stabilizzazione).

Conclusioni

 

Torniamo alla domanda di partenza
“Cosa devo fare?”

Facciamo un breve riassunto…
Si è visto come esistano diversi tipologie di lombalgia e diversi tipi di trattamenti riabilitativi.
Tutti possono funzionare e creare un beneficio poiché stimolano il corpo a ritrovare un suo equilibrio interno.
Ci sono diverse cause che possono modificare lo stato di benessere della nostra schiena, ma la maggior parte dei disturbi non è causata da una specifica patologia.
Il movimento attivo non sarà da eliminare, anzi, sarà la terapia che più di tutte ci garantirà un benessere nel medio e lungo termine!

La figura del fisioterapista sarà quindi importante nell’aiutarti ad inquadrare la situazione, ed impostare un piano di trattamento che comprenda le esercitazioni più adatte a te, personalizzando il carico di lavoro per poter tornare alla vita quotidiana senza fastidio!

Se ti servono informazioni più specifiche sull’argomento o se vuoi fissare una VALUTAZIONE GRATUITA per il TUO problema, compila il modulo qua sotto!

A cura di Michele Diamanti
• Fisioterapista
• Laureato in Scienze Motorie

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