Vi ricordate le mani della vostra nonna con una deformità alla base del pollice e con forti dolori quando provava a svitare il barattolo della marmellata? Probabilmente soffriva di Rizoartrosi!
La più famosa artrosi a carico della mano riguarda l’articolazione del pollice che può provocare, negli stadi avanzati, una sub-lussazione dell’articolazione stessa limitandone il movimento e creando appunto la caratteristica deformità alla base del pollice.
L’articolazione del pollice (trapezio-metacarpale) ed i muscoli responsabili del suo movimento
L’articolazione del pollice (trapezio-metacarpale) è molto sofisticata e viene definita anche “articolazione a sella” per la particolare conformazione del “trapezio” che ne ricorda la forma. Quest’ultimo si articola con il 1° metacarpo e consente un movimento ampio e preciso permettendo tutte le prese e le pinze nelle attività della vita quotidiana. Per capire la complessità e la precisione di tutti i movimenti del 1° raggio basti pensare che sono otto i muscoli che ne regolano i movimenti. Tutti e otto collaborano insieme per determinare il movimento e la forza del nostro pollice
Vedremo nel dettaglio quali muscoli occorre rinforzare per prevenire la formazione della Rizoartrosi.
Quali sono le persone che ne soffrono?
E’ frequente nelle donne in menopausa dai 50 ai 70 anni e non sempre la sintomatologia è strettamente correlata al danno articolare. Pensate che al di sopra dei 40 anni più di una donna su cinque presenta segni radiologici di rizoartrosi ma solo una su tre di quest’ultime risulta sintomatica. Qualche teoria suggerisce che le donne siano predisposte per una maggiore lassità articolare oppure per una “displasia congenita” del trapezio. La rizoartrosi però non colpisce solo le donne!
Infatti molti lavoratori manuali possono andare incontro a tale problematica. Traumi (fratture e distorsioni a carico del 1°raggio) o attività che comportano un uso ripetitivo del pollice sono condizioni favorevoli.
L’artrosi della trapezio-metacarpale è frequente nei pianisti e nei musicisti (strumenti ad arco) così come nei fisioterapisti. Quando si presenta unilaterale spesso interessa la mano non dominante. Altri fattori correlati oltre all’età sono: etnia, familiarità, artrosi dell’anca e del ginocchio, patologie congenite o metaboliche.
Come riconoscerla?
Quali sono i sintomi della rizoartrosi? E’ vero che gli “stadi” meno gravi sono più dolorosi?
Come già accennato l’artrosi della trapezio-metacarpale si può manifestare intorno alla quarta/quinta decade di vita ed ha un’incidenza maggiore nelle donne. Quindi voi tutte “signore all’ascolto” (ma vale anche per gli uomini) prestate attenzione perché potreste soffrirne! Ricordate: una diagnosi precoce e un buon trattamento “conservativo” permettono di congelare la vostra artrosi allo stadio attuale, risolvere la sintomatologia ed evitare l’intervento chirurgico!
Il sintomo più frequente nella rizoartrosi è il dolore che si manifesta nelle più semplici attività della vita quotidiana. Alcuni gesti quotidiani come ad esempio aprire un barattolo, girare la chiave della macchina oppure strizzare un panno diventano difficili o addirittura impossibili.
Il dolore può essere acuto e molto circoscritto, oppure manifestarsi sotto forma di indolenzimento a carico di tutta la mano. Spesso è localizzato alla base del pollice oppure sul dorso della mano tra il 1° e il 2° metacarpo. Gli “stadi” precoci (1 e 2) sono i più dolorosi. In questa fase a livello articolare avviene una riduzione dello spazio tra il trapezio ed il 1° metacarpo, fenomeno responsabile del dolore stesso. Col passaggio agli stadi più avanzati (3 e 4) il dolore diminuisce ma i movimenti del pollice sono sempre più limitati. In questa fase è difficile fare forza nelle prese, il metacarpo si chiude verso il palmo della mano e compare la deformità alla base del pollice.
Tutore sì o tutore no?
E se sì…qual è il più indicato? Meglio portarlo di notte o di giorno?
Abbiamo visto gli effetti della rizoartrosi e che si tratta sostanzialmente di una degenerazione articolare che porta a deformità e sublussazione del 1° metacarpo, con perdita progressiva di mobilità e forza.
Per prevenire gli effetti secondari dell’artrosi (la deformità e la perdita di mobilità) è necessario mantenere l’allineamento articolare del pollice. A tal fine occorre l’utilizzo di un tutore, che oltre a prevenire le deformità, consentirà di avere un effetto di scarico sull’articolazione con conseguente diminuzione del dolore.
Ma qual è il tutore giusto? Bella domanda!!! Sul mercato ce ne sono decine e di tutti i tipi: morbidi, rigidi, con il polso incluso, funzionali, notturni, in neoprene, in plastica, di stoffa, con stecca rigida ecc. Si possono trovare praticamente ovunque: dalla farmacia alla sanitaria, passando dal supermercato ai negozi online. Praticamente un mercato infinito a prezzi più o meno convenienti che ha inevitabilmente un unico risultato: NESSUNO!
Un tutore dev’essere necessariamente valutato, confezionato o consigliato da un professionista che si occupa della vostra mano. Il tutore è un mezzo riabilitativo e si integra con altre terapie e/o buone pratiche e non sortisce praticamente nessun effetto (o meglio può essere dannoso) se non adatto e non contestualizzato in un percorso terapeutico adeguato. Avete mai provato ad indossare un tutore preconfezionato con una rizoartrosi di stadio avanzato? Sarà sicuramente scomodo, inutile e forse dannoso.
Ma allora qual è la soluzione?
La soluzione è un tutore su misura confezionato da un terapista della mano previa attenta valutazione. Un tutore su misura per la tua rizoartrosi si confeziona in pochi minuti con materiale termoplastico a bassa temperatura. Questo materiale ha il grande vantaggio di poter essere modellato direttamente sulla pelle, è un materiale leggero, traspirante, anallergico, che non si bagna e permette di avvolgere la mano in modo perfetto, non creando alcun fastidio nello svolgimento delle attività della vita quotidiana. E’ pensato e realizzato da un professionista che ha ascoltato le tue esigenze, ha valutato il tuo problema nello specifico e ha con te impostato un percorso terapeutico individualizzato! Il tutto ad un costo sovrapponibile a quello dei tutori più venduti sul mercato.
La “posologia” del tutore verrà valutata in base al dolore, allo stadio della rizoartrosi ed alle esigenze funzionali del paziente. Se è presente molto dolore con infiammazione associata, ad esempio, si potrà consigliare di portare il tutore giorno e notte per il primo periodo. Potrà essere confezionato un tutore notturno più ampio, se l’artrosi comprende anche il polso.
Il trattamento conservativo e l’economia articolare.
Cosa posso fare oltre ad utilizzare il tutore? Quali sono le buone pratiche nella vita quotidiana?
Oltre all’uso del tutore sono complementari, ma non meno importanti, una serie di trattamenti specifici atti a favorire la riduzione del dolore, il miglioramento dell’articolarità e della forza.L’intervento del terapista della mano è completato da un insieme di terapie fisiche, terapie manuali, esercizi di propriocezione e manualità fine, terapia occupazionale e rinforzo dei muscoli stabilizzatori del pollice.
Tra le terapie fisiche, oltre agli elettromedicali molto utili per il dolore, possiamo descrivere la “paraffina-terapia”. Quest’ultima consiste in una terapia del calore che avviene attraverso bagni ripetuti in una cera medicale calda. Il guanto di paraffina che si viene a formare viene mantenuto da moffole per prolungare l’effetto. Diversi studi hanno dimostrato che il calore della paraffino-terapia arriva più in profondità rispetto al calore tradizionale. Questo processo favorisce un’ampia vascolarizzazione delle articolazioni della mano innescando i processi riparativi e di scambio cellulare.
Per un miglioramento della mobilità e della forza si possono eseguire esercizi propriocettivi e di mobilità fine. Come accennato in precedenza è molto importante il lavoro sugli stabilizzatori del pollice che svolgono una funzione nella prevenzione della rizoartrosi o nel rallentare la sua evoluzione. Strumento fondamentale per la stimolazione muscolare e il rinforzo è la FES (elettrostimolazione funzionale).
L’economia articolare è l’ultimo, non per importanza, elemento che completa il quadro riabilitativo e di prevenzione dell’artrosi trapezio-metacarpale.
Per “economia articolare” si intende l’uso consapevole delle nostre articolazioni, volto al minore impatto possibile su di esse! La terapia occupazionale gioca un ruolo fondamentale in questa forma di prevenzione. Si tratta di adattare le attività della vita quotidiana alla nostra mano anche attraverso l’uso di ausili. Sostanzialmente massima resa col minimo sforzo! Nello specifico si possono utilizzare strumenti per l’apertura facilitata di barattoli, prese modificate per le chiavi, e ancora impugnature modificate e molto altro.
Anche in questo caso il terapista della mano, o terapista occupazionale, potrà darti indicazioni in merito. Scegliere insieme a te gli ausili più adatti alle tue esigenze ed insegnarti ad usarli al meglio!
Insomma…esiste sempre un altro modo per fare ciò che desideri!
Se ti servono informazioni più specifiche sull’argomento o se vuoi fissare una VALUTAZIONE GRATUITA per il TUO problema, non esitare a contattarci.